Il futuro che dobbiamo costruire

GINO GOBBER1, GRAZIA DI SILVESTRE2, MARTA DE ANGELIS3

1Presidente SICP; 2Vicepresidente SICP; 3Coordinatrice Board scientifico del Congresso nazionale SICP 2021

Pervenuto il 30 novembre 2021.

Riassunto. Le Reti di cure palliative hanno conservato la loro operatività anche nel periodo pandemico dimostrando di essere la punta avanzata delle organizzazioni dei sistemi sanitari e un efficace ed efficiente modello di operatività. Il contesto sociosanitario in evoluzione, anche sullo stimolo eccezionale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, indica l’opportunità di definire ulteriormente le competenze di tutti coloro che operano in tali Reti. Le competenze saranno il fil rouge del congresso nazionale SICP 2022. Inoltre, l’accelerazione del dibattito pubblico sul suicidio medicalmente assistito comporta il riaffermare la distinzione fra cure palliative e tale procedura, mantenendo viva la riflessione sui vari piani che caratterizzano tali temi.

Parole chiave. Cure palliative, reti di cure palliative, competenze, suicidio medicalmente assistito.

The future we have to build.

and this procedure, keeping alive the reflection on the various plans that characterize these issues.

Key words. Palliative care, palliative care network, skills, medically assisted suicide.

Il congresso di Riccione ha consentito di ritrovarci in presenza ed ha segnato il nostro punto di ripresa e ripartenza; ci siamo detti ripetutamente come le Reti abbiano conservato la loro operatività nel periodo pandemico nonostante tutte le difficoltà, come le Reti dell’adulto e pediatriche siano la punta avanzata delle organizzazioni dei sistemi sanitari e modello di operatività moderna in grado di coniugare competenza e sostenibilità. Questo lo sappiamo bene, su questo non torneremo più. Nell’immediato futuro dovremo portare l’attenzione sugli obiettivi che stanno assumendo contorni sempre più nitidi e su alcuni argomenti che stanno diventando di stringente attualità.

La sfida delle competenze

I provvedimenti normativi legati all’emergenza Covie hanno modificato repentinamente lo scenario delle cure palliative (CP), cambiato il perimetro e fissato alcune scadenze che coincidono con le iniziative del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Come professionisti delle Reti di CP e come SICP abbiamo il dovere di rispondere alle sollecitazioni e di alzare l’asticella: nei prossimi mesi ci concentreremo sulle competenze dei professionisti e dei volontari che lavorano nelle Reti perché questa è la condizione necessaria per il salto di qualità che serve per rispondere alle sollecitazioni della realtà sanitaria e sociale. Quello delle competenze è un percorso che è già partito, è la naturale continuazione del fil rouge del congresso appena concluso (“Si cura meglio quando si fa rete”), sarà il fil rouge del Congresso del prossimo anno e sarà accompagnato dalle iniziative formative che nel corso dell’anno SICP assumerà per i soci. Per lavorare utilmente in questo senso abbiamo bisogno di un confronto continuativo con le altre società scientifiche e con le Università; l’ingresso delle cure palliative nel mondo accademico e nei percorsi pre-laurea di tutte le facoltà interessate consentirà la diffusione della cultura delle cure palliative nelle Università. La Scuola di specializzazione in Medicina e Cure Palliative è la grande occasione per disegnare il profilo del palliativista moderno, quello che avrà la responsabilità di guidare le Reti di CP, di esercitare le competenze cliniche del livello specialistico e assumere il naturale ruolo di riferimento clinico per tutti i professionisti e gli operatori che si interfacciano con le Reti. Le Reti di CP e le sedi regionali della SICP devono diventare il primo naturale interlocutore del mondo accademico di riferimento.

L’occasione del PNRR

Il PNRR si propone di ridisegnare l’assistenza territoriale e potenzialmente porterà risorse nuove e mai viste nel Sistema Sanitario Nazionale (SNN); anche qui, il Covid ha reso evidente senza equivoci come l’investimento sul sistema sanitario sia un investimento di civiltà. Tutto il percorso si è già messo in moto con la ricognizione gestita da AGENAS sulle Reti di CP esistenti, dalla quale sortirà il piano triennale previsto dalla legge 106 del 23 luglio 2021 per il definitivo radicamento delle cure palliative all’interno del SSN. Per questo i consigli direttivi e i coordinatori regionali dovranno essere interlocutori credibili, affidabili e propositivi per le regioni, gli assessorati e le aziende sanitarie e su questo SICP sta investendo risorse. La principale criticità resta la carenza di professionisti che è impegnativa per tutto il sistema, ma è particolarmente grave per le Reti di CP; infatti, mentre per altre specialità e per la medicina generale c’è la speranza che aumentando le borse disponibili per la formazione postlaurea si possa prevedere nel corso del tempo un progressivo rientro dall’emergenza, per le Reti di Cure Palliative questa possibilità ancora non esiste perché le scuole partiranno il prossimo anno accademico. Il nostro primo obiettivo non può essere che lavorare per rendere attrattive le Reti di CP verso gli specialisti delle discipline equipollenti; è necessario attirare professionisti per irrobustire, con una adeguata formazione, l’ossatura di tali Reti. Su questo si è basata finora l’affermazione e lo sviluppo delle cure palliative in Italia; questa soluzione fa parte della nostra storia ed è perfettamente compatibile con l’arrivo auspicato ed atteso dei primi specialisti.

Il dibattito sul suicidio medicalmente assistito

Il parere espresso recentemente dal Comitato Etico della Azienda Sanitaria Unica Regionale delle Marche ha riacceso il dibattito sul suicidio medicalmente assistito in coincidenza della ripresa della discussione in Parlamento. Già nell’autunno del 2019 SICP si era pronunciata assieme a FCP (Federazione Cure Palliative) con due comunicati che restano ancora attuali; giova comunque ricordare come sia necessario operare un rigoroso distinguo tra la richiesta di suicidio assistito legata alla mancanza delle Reti di CP e alle lacune assistenziali purtroppo presenti ancora in molte aree geografiche del nostro Paese e quella residuale, ma incomprimibile, che nasce nelle coscienze personali da convinzioni filosofiche, etiche e politiche. La prima va denunciata e combattuta con il lavoro e la presenza quotidiana e su questo i professionisti e la SICP sono da sempre impegnati strenuamente, per la seconda la risposta attesa afferisce al piano politico e alle convinzioni etiche personali, doverosamente distinte dalla dimensione clinico-assistenziale che resta patrimonio unitario di tutti i soci della SICP. È naturale e inevitabile che professionisti e volontari impegnati nelle cure palliative siano sollecitati a partecipare al dibattito sul suicidio medicalmente assistito che non può che muovere dalle convinzioni individuali, ma è buona cosa evitare di mescolare strumentalmente i due piani e resistere alla tentazione di creare consenso alle cure palliative attraverso argomentazioni confusive e scorciatoie pericolose. Il consenso alle cure palliative arriva dal lavoro competente di tutti gli operatori.

Le difficoltà che oggi si sono rese evidenti sono maggiori di quelle che abbiamo affrontato finora, ma anche le opportunità sono più grandi di quelle che abbiamo mai avuto, nate dal concorso di eventi fortemente cercati e voluti, come le iniziative per completare la normativa e di quelli casuali e drammatici come il Covid. Per questo SICP ha sempre più necessità di forza e di idee, dell’adesione partecipata dei soci e delle proposte e dei contributi di tutti.

Conflitto di interessi: gli autori dichiarano l’assenza del conflitto di interessi.