Introduzione al TRENTunesimo capitolo della SICP

Introducing the THIRTYfirst chapter of SICP history

Italo Penco

Presidente SICP - Direttore sanitario, Fondazione Sanità e Ricerca


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Carissimi Soci,

mi accingo a scrivere il primo editoriale in qualità di Presidente eletto in occasione del XXIII Congresso Nazionale SICP che si è appena svolto a Roma. Questo è un mandato particolare, sia perché coincide con il trentennale della società, sia perché durante l’assemblea straordinaria, che ha preceduto quella elettiva, sono state approvate alcune modifiche al vecchio statuto con le quali il mandato del presidente e del consiglio direttivo è passato da tre a quattro anni. Una novità questa nata dall’esigenza di dare più tempo al consiglio direttivo per portare a termine il programma di sviluppo della società scientifica.

Ci si potrebbe chiedere se sarà una presidenza diversa, se dopo trent’anni di storia qualcosa cambierà, ebbene posso dirvi sicuramente che è mia intenzione mantenere saldi i principi con i quali abbiamo affrontato questo primo trentennio e che ci hanno portato a crescere qualitativamente e quantitativamente come è avvenuto sotto la sapiente guida di chi mi ha preceduto. Durante questi quattro anni consolideremo quanto di buono è stato fatto precedentemente e svilupperemo nuove iniziative adeguate ai bisogni epidemiologici che cambiano e alle necessità dei soci e di tutti i professionisti del settore. Saremo aperti ai cambiamenti che l’evoluzione scientifico-culturale impone e moduleremo i programmi con uno sguardo al futuro valutando i bisogni emergenti.

Così come sono stati raggiunti traguardi importanti in trent’anni di storia, vogliamo caratterizzare anche i prossimi per rendere la società scientifica sempre più solida e rilevante, al pari di altre importanti società storiche.

Negli ultimi due trienni abbiamo assistito a cambiamenti importanti scanditi da una legge che ha previsto una riorganizzazione completa delle cure palliative in Italia. Questo processo è ancora in atto andrà monitorato e supportato con molta attenzione affinché si possano superare definitivamente le grandi differenze interregionali che persistono evidenti.

L’impegno del nuovo consiglio sarà rivolto su due direttrici: sfruttare e disseminare la ricca produzione scientifica che nell’ultimo triennio è stata pubblicata, continuando a produrne auspicabilmente altrettanta come è proprio di una società scientifica e consolidare i rapporti con le istituzioni per il raggiungimento degli obiettivi che consentono di diminuire le grandi differenze regionali, come la diffusione dei servizi e l’adozione di modelli organizzativi.

L’integrazione rappresenta un obiettivo importante per creare la rete di cure palliative ed è per questo che proseguiremo le collaborazioni con altre società scientifiche per condividere documenti che aiutino ad uniformare le modalità e i trattamenti clinico assistenziali nelle varie fasi del percorso di malattia.

Il tema della formazione rimarrà una priorità assoluta. Dopo il riconoscimento della disciplina delle cure palliative rimane ancora la questione della formazione specifica universitaria sulla quale è necessario insistere per riuscire ad ottenere un percorso formativo riconosciuto in cure palliative nel pre-laurea e meglio ancora, per i medici, una scuola di specializzazione.

Nel contempo continueremo a stimolare la formazione sul campo mediante i convegni regionali, ma anche con corsi itineranti atti ad uniformare le buone pratiche in tutto il territorio, così come è avvenuto nell’ultimo anno con il corso per infermieri sulla pianificazione delle cure.

Questo consiglio individuerà le strategie utili a coinvolgere maggiormente i coordinatori regionali, per renderli più partecipativi nella vita societaria e più attivi nel sostenere le necessità delle loro regioni sotto il profilo organizzativo e formativo.

Il congresso, che rappresenta sempre il momento più importante della società per lo scambio delle esperienze, rimarrà una priorità per il consiglio che individuerà nuove idee per rimanere sempre all’avanguardia e per mantenere vivo l’interesse alla partecipazione.

Il congresso di Roma ci ha confermato un alto gradimento dei partecipanti per le sessioni interattive, la conoscenza di ciò che accade “oltre confine”, il miglioramento della qualità delle relazioni, come dimostrato dalla numerosa platea presente l’ultimo giorno per sentire e discutere di “eutanasia, suicidio assistito e cure palliative in Europa” o per conoscere il documento del “Cortile dei Gentili” sulla relazione di cura, nato da una positiva mediazione tra credenti e non credenti.

Prima di iniziare a scrivere questo editoriale ho passato in rassegna le fotografie del congresso per trovare l’ispirazione giusta e quello che ho visto mi ha profondamente colpito. Ho visto amici, colleghi e conoscenti, ho visto generazioni a confronto, ho letto negli sguardi di ognuno la curiosità, la partecipazione attenta, l’apertura alle novità; ho visto volti sorridenti e visi concentrati, ho percepito la serenità di chi aveva appena ottenuto un consenso e l’emozione di chi si accingeva alla sua prima presentazione; ho rivissuto i momenti stimolanti e concitati dei giorni congressuali, risentendo nel ricordo le inflessioni e le cadenze caratteristiche di molte regioni italiane e persino di alcuni paesi stranieri, ho visto le esperienze e la voglia di confrontarsi, la passione e la dedizione per il proprio lavoro, ma soprattutto ho visto tanta vita! Quella alla quale non si deve mai rinunciare prima del tempo, quella che ognuno di noi cerca di rendere migliore per ogni persona di cui si prende cura, quella che è importante in ogni suo attimo e che è VITA fino alla fine.

Con queste immagini e queste belle sensazioni ho scolpito in modo indelebile il senso di responsabilità che ho acquisito accettando la presidenza di questa splendida società consapevole del grande lavoro che mi aspetta, con l’umiltà di mettere al vostro servizio la mia esperienza e la mia preparazione.

Ho piena fiducia nelle persone che ho scelto per affiancarmi in questi quattro anni al tavolo del Consiglio Direttivo, che ringrazio fin d’ora per la disponibilità e l’impegno che regaleranno a tutti noi.

Chiedo a tutti voi di affiancarci in questo periodo mettendoci a conoscenza delle proposte e dei suggerimenti che sono sempre preziosi. Vi chiedo di continuare a contribuire attivamente alla costruzione delle sessioni congressuali inviando spunti per le tematiche da affrontare in modo da renderle sempre interessanti e partecipate.

Il nuovo Consiglio Direttivo si riunirà per la prima volta nei prossimi giorni ed inizierà subito ad impostare il programma pianificando il lavoro per i prossimi quattro anni di mandato. Sarà un impegno mio e di tutto il Consiglio tenervi sempre aggiornati attraverso la Newsletter e con gli altri mezzi di comunicazione disponibili.

Per ora non posso che ringraziare tutti coloro che hanno mi hanno dato fiducia, tutti i membri del Consiglio uscente con i quali ho proficuamente collaborato e tutti quelli del nuovo Direttivo insieme ai quali “ci auguro” un buon lavoro.